A questo link della pagina culturale de Il Giornale troverete una delle ragioni che mi hanno condotto a pensare a questo corso e dopo che abbiamo girato la boa di metà percorso, non posso che trovare altre conferme a riguardo. Nell’ articolo del link si riprende una questione annosa di questi anni: importanti critici letterari si sono espressi contro certa letteratura attuale, nostalgici di un tempo letterario e culturale che non c’è più. Lo hanno fatto perché ci credono e per provocare, come è ovvio. E gli scrittori hanno risposto, male o bene, come è altrettanto ovvio.Dato che questa serie di botte e risposte non è nuova, e dato che quando la vita non è un campo di pallone dove due che stanno di fronte sono contro, io quel che vedo è che praticamente continuamente, in quel tratto di pause che tutti si prendono per fare il punto delle situazioni, ecco, nel tratto della Repubblica delle Lettere, questo è il ritornello.
Giusto o sbagliato, vero o falso, non mi interessano. Ma vedo che la questione preme, che evidentemente, piaccia o meno, di Moravia, Morante, Tondelli, Calvino, Pavese, Fenoglio, Gadda e Cassola (solo per citarne alcuni), c’è, se non bisogno, almeno una certa nostalgia.
Alessio Barettini docente di “Passeggiata nella letteratura italiana”
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