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AFTER LOVE | Un nuovo futuro

RegiaAleem Khan

Anno: 2020

Produzione: Regno Unito, Francia

una recensione a cura di Liliana Giustetto

Tra Dover e Calais, tra l’Inghilterra e la Francia, viveva Ahmed.
Il marito di una donna muore e la moglie scopre che il defunto, amatissimo, marito aveva un’altra vita.

Ci sono il mare e due culture a dividere due donne che più diverse non potrebbero essere: Mary, ora Fatima (Joanna Scanlan) inglese convertita all’Islam e Geneviève (Nathalie Richards) francese, si incontrano sull’uscio della casa della seconda, che scambia Mary per la donna delle pulizie (sarebbe successo se Mary non avesse indossato il velo mussulmano?).
Come le onde del mare che le separano, queste due donne, nonostante parlino due lingue diverse, iniziano una serie di domande e affermazioni, più che risposte, per scoprire una realtà sconosciuta ad una e nota, ma volutamente ignorata, all’altra.

After Love img 1 liliana

Una entra nella vita dell’altra.
Fa da tramite il figlio di Geneviève, Solomon, quasi un ponte tra le due donne e l’uomo che le aveva amate.
Mary, inglese di origine, convertita all’Islam per amore, pronuncia, ad un certo punto, una toccante frase d’amore coniugale – “allora ho fatto qualcosa per mio marito che nessun altro avrebbe fatto” – parlando della sua conversione.
Geneviève, l’altra donna, dice: “stare con me ha fatto di lui un marito migliore per qualcun’altra”.

L’opera prima di questo regista, in parte autobiografica, ci porta a conoscere una elaborazione del lutto che è anche scoperta di un’altra realtà nella vita di quest’uomo, mai deprecato nonostante tutti i suoi errori e il suo egoismo.
I principali temi sono lo scontro fra culture ed un’analisi della costruzione della propria identità.
Mentre Mary ha costruito la sua identità su quella del marito, abbandonando le sue origini, Geneviève ha donato la sua vita per un uomo che non poteva avere solo per sé, applicando l’apertura morale della società attuale.
Solomon invece sta costruendo il suo futuro, contestando i genitori, quando trova un’alleata inaspettata in Mary.
Il regista, a seguito di esperienze personali, ha il desiderio di esplorare la questione dell’identità e di come noi la percepiamo.

Non è soltanto ‘come’ costruiamo o troviamo la nostra identità, ma anche ‘per chi’ la costruiamo.
A differenza di quanto più comune, non è la rabbia a prendere il sopravvento, ma una tensione emotiva che ruota intorno ad un’assenza e che ci presenta la possibilità di una vita dopo l’amore, anzi, grazie a quello.

Aleem Khan gioca con i paesaggi e con le illusioni mentali che fanno apparire cose che sono solo immaginarie ma appaiono come la rappresentazione onirica degli avvenimenti e dei presentimenti, riuscendo a farci percepire ogni sfumatura di sentimenti che ognuno di noi avrebbe, forse, vissuto diversamente.

After Love img 2 liliana
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