Regia: Fulvio Risuleo
Anno: 2022
Produzione: Italia
una recensione a cura di Liliana Giustetto
In un sabato sera come tanti, Tarek è un diciassettenne romano che deve vedere gli amici e loro gli chiedono di fermarsi a comprare un po’ di fumo.
Un poliziotto lo vede e lo ferma. Potrebbe arrestarlo o solo requisirgli la merce, e fargli una paternale, ma decide per portarselo in giro.
Il poliziotto a tratti è minaccioso, a tratti amichevole e complice.
I suoi ragionamenti sono veloci, come quelli di un treno in corsa, senza freni.
Trascorrono una lunga notte di vagabondaggio. Tarek è in “ostaggio”, pare non ribellarsi mai nella speranza di cavarsela. Imparerà molto, in questa che sarà una notte che non dimenticherà mai.
Tra la paura delle conseguenze, la paura del poliziotto, la comprensione delle difficoltà e debolezze degli adulti, fino all’alba, sulle rive del Tevere.
Quando Tarek ritornerà a casa.
In un classico film “tutto in una notte”, il personaggio di Tarek è pienamente credibile: Yothin Clavenzani, il giovane attore, non fa nulla di più o di meno di cosa ci possiamo aspettare da un ragazzino in quella situazione.
Il poliziotto è più inverosimile, se rapportato ad avvenimenti reali, ma serve perfettamente lo scopo della trama ed Edoardo Pesce recita in maniera impeccabile in questo ruolo difficile ed ambiguo.
Il finale è anche troppo annunciato e questo è un vero peccato perché ammicca troppo ad un cliché visto più volte nei film d’oltreoceano.