Nuova infornata di segnalazioni seriali: le prime due questa volta sono interconnesse tra loro, nonostante a separarle ci siano anni ed un oceano di mezzo.
La prima si intitola Misfits of Science, serie tv del 1985, americana e che si ritrova nel cast una giovanissima Courtney Cox, ancora lontana dai fasti di Friends. La serie racconta di due scienziati che lavorano in un centro di ricerche sulle anomalie umane: una volta perso il lavoro i due formano, con un gruppo di ragazzi disadattati ma dotati di capacità speciali, un bizzarro gruppo di “supereroi”. Con una sola stagione incompleta (16 episodi) e molti dei limiti delle serie tv action del periodo, Misfits of Science riesce comunque ad essere una serie interessante e piacevole, con qualche guizzo ed idea.
La cosa è talmente vera che nel 2009, l’autore inglese Howard Overman, la prende come spunto per creare una serie di discreto successo: Misfits, che racconta di teenager messi ai lavori sociali che si ritrovano, dopo un bizzarro incidente, ad ottenere superpoteri. La serie è politicamente scorretta, all’estremo, in antitesi con il buonismo imperante delle serie anni 80 e da quella a cui si ispira (un ispirazione comunque piuttosto “vaga”), irriverente, sboccata, divertente e con un approccio molto originale ai superpoteri. La serie ha totalizzato 5 stagioni, tutte molto gustose, anche se purtroppo ha patito un poco l’allontanamento dell’attore Robert Sheehan.
chiudiamo rimamendo in ambito fantascientifico e di bizzarri poteri con una miniserie particolarmente intrigante di qualche anno fa, The Lost Room: 3 appassionanti episodi (lunghi: 90 minuti) in cui scopriremo l’esistenza di una chiave che permette di trasformare qualsiasi porta nell’accesso a qualunque luogo del mondo attraverso una bizzarra stanza d’hotel, i cui oggetti, nel nostro mondo, sono dotati di poteri speciali: capacità che possono rivelarsi mortali, o semplicemente far cuocere perfettamente le uova. Quando il canale Sci-Fi ancora produceva fantascienza sul serio e prodotti interessanti.
a cura di Paolo Ferrara