Regia: Caterina Mona
Anno: 2022
Produzione: Svizzera
una recensione a cura di Liliana Giustetto
Semret, immigrata eritrea in Svizzera, vive con la figlia adolescente e lavora come aiuto ostetrica in ospedale.
È rigorosa, seria, riservata e soprattutto non vuole aprirsi con nessuno. Men che mai con qualcuno della sua terra di origine.
Quando sua figlia Joe inizia a chiedere di suo padre e, in ospedale, viene accusata ingiustamente di un grave fatto, capisce che è venuta l’ora di affrontare il proprio passato e difendere i propri diritti.
Un film profondo che ci porta sull’argine dell’angoscia.
Sul punto in cui un robusto guscio psicologico protettivo rischia di rompersi rovinosamente.
Ci fa avvicinare alla realtà delle donne immigrate che vivono in mezzo a noi, senza che noi immaginiamo lontanamente i loro vissuti e i loro incubi.