ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE

AUDITION | Hey ci stai, kiri kiri kiri con me…

Titolo originale: Ōdishon

Regia: Takashi Miike

Anno: 1999

Produzione: Giappone, Corea del Sud

una recensione a cura di Elena Pacca

Cosa dire di non già detto su Audition, di Takashi Miike?

Per chi, come me lo vede per la prima volta all’alba del 2023, dico intanto – e qui lo può dire soltanto uno che lo vede a più di vent’anni dall’uscita in sala – che è un film che regge benissimo la distanza. Miike allestisce una suite memorabile per eleganza, rigore formale – allietato da tocchi pop come il cappotto con l’enorme collo di pelliccia riccia rossa, che si staglia in un universo monocromo, tetro e apparentemente asettico – e cattiveria sottile e profonda quanto quella inferta da un cavo d’acciaio, che ci mette letteralmente nel sacco. Come gli aghi da agopuntura, cura che blocca i centri del dolore o, qualora lo si voglia, li attiva. E qui il dolore arriva, figlio di un male all’origine del tutto. Perché le parole sono false, l’unica verità sta nel dolore che è in grado di far percepire che si esiste, una cognizione di sé che passa attraverso il corpo che soffre. E come se soffre! Audition è, forse, vendetta, autodeterminazione, denuncia, smascheramento, sottomissione, definizione dei ruoli, contesa dialettica maschile/femminile, incarnata non solo da Shigeharu e Asami, i due protagonisti, demolizione di un patriarcato oscuro e di lungo corso, croce e delizia di un paese, il Giappone, così ipermoderno, tecnologico e così altrettanto ancorato a un passato retrogrado, imperiale e ultra tradizionalista. È disperata ricerca di amore e poi solitudine e disincanto e illusione e inadeguatezza e desiderio e frustrazione. Nella variegata e prolifica produzione del regista cercare gli agganci, le derivazioni è quasi impossibile. Ma la stanza di Asami, il telefono in primo piano, l’incombere degli squilli e dei rumori, corporei e non, per un attimo illuminano di un lampo lynchiano la messinscena allestita a regola d’arte che difficilmente allieterà i nostri sogni a venire.

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