Titolo originale: Kuolleet lehdet
Regia: Aki Kaurismäki
Anno: 2023
Produzione: Finlandia, Germania
una recensione a cura di Liliana Giustetto
È stato presentato in concorso al 76º Festival di Cannes, dove è stato premiato con il Premio della giuria.
Nel perfetto stile che lo contraddistingue, Kaurismäki propone il racconto piccolo, piccolo di due persone e del loro incontro.
Non manca nessuno dei segni distintivi del maestro.
La povertà, la solitudine, le ingiustizie sociali, le dipendenze.
In questo film, ambientato nell’attualità, ma che sembra uscito dagli anni ’60, ci sono la musica suonata dal vivo, le case disadorne e fredde, il disagio esistenziale cronico e tutto questo fa riconoscere ad occhi chiusi la mano dell’autore.
Chi ama Kaurismäki non potrà non amarlo.
Due persone, solitarie e sole, Hansa e Holappa, nel poco caloroso ambiente di Helsinki, si incontrano una notte, per caso.
Li accomunano, senza che lo sappiano, tanti problemi. Primi fra tutti quelli lavorativi e quelli sentimentali.
E i dialoghi, soprattutto i dialoghi che mancano, i silenzi, gli sguardi, le opportunità uniche, i malintesi, i numeri di telefono persi, gli incidenti, i nomi propri mai pronunciati.
Nessuna morale, nessuna pietà. Solo la realtà.
Completamente Kaurismäki.
Sempre fondamentale l’apporto musicale, in questo caso, in primis, il duo musicale finlandese disco d’oro Maustetytöt e poi nomi noti in patria come Olavi Virta, acclamato ai suoi tempi come il “Re” del tango finlandese; il rocker finlandese Rauli Somerjoki e la band Sqürl con il brano The Dead Don’t Die scritto da Jim Jarmusch & Carter Logan e incluso nella colonna sonora della zombie-comedy I morti non muoiono di Jim Jarmush.
Un esercizio a togliere. La perfezione dell’arte.
Un piccolo miracolo.
