Questa sera inizia – finalmente – “from Folk to Folks“, io però vi devo dare una brutta notizia.
La musica popolare americana non esiste!
Immagino vi chiederete, quindi, di cosa si parlerà in questa serie di incontri dedicati alla musica popolare americana.
Mariano De Simone, musicista e musicologo, autore di alcuni volumi molto importanti sulla storia della musica americana, inizia così il capitolo dedicato all’origine della musica popolare degli Stati Uniti nel suo libro sulla Musica Country:
“Quella che generalmente chiamiamo musica popolare americana è, paradossalmente, nata in Europa*. In realtà tutta la cultura americana è, oltre che poliglotta, non indigena.”(*mi permetto di aggiungere anche in Africa, dal momento che De Simone qui trattava solo di musica Country e non – direttamente – di Blues, come invece fa benissimo in un altro libro intitolato proprio “Blues”)
Forse si tratta di una semplificazione, ma è storicamente riconosciuto il fatto che quella che oggi noi chiamiamo musica popolare americana è frutto – in gran parte – di contaminazioni culturali che hanno le loro radici principalmente in Europa (per quanto riguarda gli ambiti più folk e country) ed in Africa (per quanto concerne il blues). Dell’unica cultura indigena, ovvero quella indiana, non sono rimaste che poche tracce ed influenze minime.
Questo forse è il vero motivo per cui, nelle musiche tradizionali americane, sono ampiamente riconoscibili elementi tipici delle musiche popolari europee (inglesi, scozzesi ed irlandesi in primis) e dei ritmi tribali africani.
Questa sera si inizierà parlando di Blues e di come – a partire dai canti degli schiavi e dal successivo blues di stampo più rurale- si sia arrivati al Blues elettrico di Chicago. Toccheremo oggetti, ascolteremo vecchi dischi, suonerò canzoni e cercherò di stimolare la curiosità e la passione per questo genere musicale che ha dato vita a buona parte della musica moderna.
La tripletta musicale di oggi è dedicata quindi ad alcuni degli artisti che, a mio avviso, rappresentano un tassello fondamentale nell’immenso mosaico che chiamiamo, per comodità, folk e blues. Passa da Memphis e da Chicago.
The Memphis Jug Band – Going Back to Memphis Vi piacerebbe soffiare linee di basso dentro una vecchia Jug che magari fino a poco prima conteneva del Moonshine? A loro piaceva.
Robert Johnson – Sweet Home Chicago Brano che non ha bisogno di nessun tipo di presentazione. Padre del Blues e del Rock moderno, Robert Johnson è stato il primo ad andarsene a 27 anni. Una coincidenza? Per uno che si diceva avesse venduto l’anima al diavolo forse no.
Muddy Waters – Got My Mojo Working Io i ritmi tribali li sento anche qui, quando il blues diviene “elettrico”, voi no?
Se volete sapere cosa intenda Muddy Waters quando dice “Hey donne, il mio mojo funziona, avete capito?”…beh dovete venire stasera al corso From Folk to Folks.
Per il momento ecco la playlist aggiornata: