una recensione a cura di Niccolò Brun
Todd Phillips è riuscito nell’impresa: raccontare un personaggio da cinecomics senza realizzare un cinecomic.
Stiamo naturalmente parlando di Joker, il più grande nemico del cavaliere oscuro, interpretato in maniera impeccabile negli anni addietro, da alcuni dei pesi massimi di Hollywood (Jack Nicholson, Heath Ledger per citarne alcuni).
In questo film però non si è voluto puntare sullo scontro tra i due, sugli effetti speciali o sull’azione. Si è cercato invece di dare una risposta alla domanda: come ha fatto Joker a diventare Joker?
Si racconta quindi di Arthur Fleck, che lavora come clown nelle più svariate occasioni e che soffre della sindrome pseudobulbare, il cui effetto è ridere nelle situazioni meno appropriate.
Nel corso del film si susseguono diversi eventi che andranno ad innescare nel personaggio di Arthur una vera e propria escalation di follia, sino a trasformarla in pura violenza e a trasformarsi definitivamente in Joker.
Arthur/Joker, viene interpretato da un eccellente Joaquin Phoenix, che come sempre ha fatto un grande lavoro per immedesimarsi nel ruolo, tanto da aver perso anche parecchio peso, e che riesce a trasmettere al pubblico, in maniera egregia, l’instabilità mentale del personaggio e la sua voglia di rivalsa nei confronti di una società che, inizialmente non lo accetta ma che lo renderà poi il simbolo della rivoluzione di Gotham.
Ricordiamo anche le partecipazioni di Robert De Niro, che interpreta un presentatore televisivo e che avrà un ruolo centrale nella caduta verso l’oblio del personaggio, e Zazie Beetz nel ruolo della madre single di cui si innamorerà Arthur.
E ricordatevi anche di mettere su un bel sorriso quando uscirete dalla sala.
Buona visione a tutti!