José Saramago, “Una terra chiamata Alentejo”, Feltrinelli
Che Saramago fosse uno scrittore politicamente impegnato lo testimonia, più d’ogni altro, questa perla letteraria. Pagine sature di disperazione e, insieme, di rabbia, popolate di gente sopraffatta ma mai doma. Protagonisti sono i Mau-Tempo, famiglia di contadini portoghesi schiavizzati dal latifondo che hanno ancora la forza di sognare un mondo migliore.
Jorge Amado, “Cacao”, Einaudi
Nel Brasile delle coltivazioni di cacao, tra fazenderos protervi e raccoglitori soggiogati. Scene da una vita di quotidiana resistenza al dolore e all’umiliazione, ma anche di occhi e di muscoli che non ci stanno al ricatto del potere. Un grande Amado, forse il suo libro migliore
César Vallejo, “Tungsteno”, Sur 2015
Che la ricchezza non faccia il progresso lo spiega benissimo questo piccolo grande capolavoro della letteratura peruviana, finora sconosciuto in Italia e che racconta dei stravolgimenti dell’arrivo di una ricca compagnia estrattiva in una zona ancestrale del Perù. Un romanzo attualissimo, che vibra di passione politica e che solleva i sopraffatti dalla storia fino alla rivolta.
selezionati da Piero Ferrante, curatore della rubrica Macondo – La città dei libri