ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE

LE VELE SCARLATTE | “Quando un film è femmina”

Titolo originale: L’Envol

Regia: Pietro Marcello

Anno: 2022

Produzione: Francia, Italia, Germania

una recensione a cura di Tiziana Garneri

Il film che ha aperto la Quinzaine di Cannes 75, una “favola femminista per parlare di lavoro e libertà“, come qualcuno lo ha definito, sul potere dell’immaginazione, completamente in Francia con attori francesi.

Si tratta di una fiaba semplice, che non arriva ai livelli narrativi di Martin Eden, liberamente ispirata a un racconto dello scrittore russo Alexander Grin, dove l’aspetto favolistico è intrecciato con le immagini di repertorio del ritorno dei soldati dalla prima guerra, riportandoci anche agli interessi del regista per il documentario.

Primo film francese di Marcello, che è autore di nicchia, è ambientato in Normandia, in un piccolo paese, tra stile di vita tradizionale e passaggio all’industrializzazione, e focalizza la sua attenzione sulle figure femminili sulla strada della emancipazione.

È un film piccolo che descrive con calma l’ambiente rurale, accarezzando con delicatezza i personaggi principali grazie anche alle riprese in 16mm e l’uso della camera a mano.

Si parla di Juliette/Juliette Jonan, che ha perso la madre appena nata, mentre il padre Raphael/Raphael Thiery era in guerra, a causa uno stupro subito dal gestore del bar.

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Allevata con amore da alcune donne – in particolare Adeline/Noemi Lvovsky – la protagonista conosce il padre piccolissima, quando lui ritorna dal fronte. È un ottimo falegname, che costruisce anche deliziosi giocattoli, che suona la fisarmonica, di poche parole ma non per questo incapace di trasmettere empatia e amore. Tra i due nascerà un legame indissolubile.

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Film pieno di poesia, ci racconta i tempi lenti dell’era preindustriale, con una fotografia bellissima, dai colori caldi, attenta a cogliere i visi e le espressioni dei personaggi, soffermandosi anche su particolari come le mani callose di Raphael, così ben osservate nella rugosità e durezza della pelle, nelle loro dimensioni che esprimono tutto il lavoro che sanno svolgere con perizia e amore.

Purtroppo padre e figlia sono malvisti in paese. Raphael perché non ha salvato la vita allo stupratore di sua moglie che sta annegando, Juliet poiché considerata una strega in quanto frequentatrice della Maga/Yolende Moreau, un personaggio strambo ma innocuo che incontra  sulle rive del fiume.

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Sarà lei a profetizzare che un giorno passerà un veliero con le vele scarlatte, misterioso e di buon auspicio, aprendo alla giovane nuovi orizzonti. Ed il buon auspicio si materialializzerà sotto forma di un piccolo aereo guidato da Jean/Louis Garrel, aitante avventuriero che alimenterà le fantasie della ragazza.

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Sebbene Juliette sia una inguaribile sognatrice, è però ben ancorata alla realtà.
In fondo, nonostante le difficoltà incontrate, è molto legata alle sue origini e alla famiglia in cui vive. Non sogna principi azzurri che la portino via con sé.
Si dimostra una giovane combattiva, tendendo a bada i ragazzi che la scherniscono e riuscendo a fuggire dal barista che aveva già stuprato sua madre e vorrebbe anche abusare di lei; dimostrando così che le donne sono forti, determinate, traggono forza da sé stesse e dalla propria autodeterminazione… proprio perché donne “non tremano davanti al drago”, come suggerisce la maga.

Solo ogni tanto Juliette si rifugia nel rapporto con la natura, dove si crogiola nelle sue fantasie.
Certo prova simpatia per l’aviatore che riparte e poi fa ritorno col suo velivolo addobbato con due drappi rossi. 
Atterrando malamente e ferito, questi sarà oggetto di cure di Juliette e delle altre donne, tornando pian piano a poter camminare. 

Ancora una volta le donne dimostrano la loro forza, la capacità di affrontare gli eventi.
Juliette incarna la figura  che si ribella alla supremazia dell’uomo sulla donna tacitamente accettata dai canoni sociali. Ha in sé, in nuce, le caratteristiche che apriranno la strada al femminismo. E non si sa se nascerà un amore o se si tratta soltanto di un desiderio, oppure se tutto è un’illusione.
Perché anche se sono sogni è sempre necessario coltivare nel proprio animo qualcosa di romantico, che sa di favola.

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