ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE

L’ULTIMA NOTTE DI AMORE | I sogni muoiono all’alba

Regia: Andrea Di Stefano

Anno: 2023

Produzione: Italia

una recensione a cura di Elena Pacca

Un volo a planare notturno, lento, ispettivo, una ricognizione aerea che potrebbe sorvolare una qualunque metropoli e poi si arrende al dettaglio, al ricongiungersi finalmente con la sua reale disvelata identità che ci fa confluire lungo i binari ferroviari sul retro della stazione centrale di Milano che per trasparenza cognitiva ci fa vedere anche i marmi solenni e ingombranti della sua facciata pur non inquadrandoli.
Bello. Bello il dirottarsi dentro un appartamento illuminato dove scorgiamo figure indaffarate muoversi dietro ai vetri delle finestre, in una serata di festa.
E poi… E poi parte una storia che avrebbe potuto essere e non è. Perché non basta pescare il jolly Pierfrancesco Favino che il suo ce lo mette (seppur col pilota automatico), né sfalsare cronologicamente i momenti partendo da un dopo per poi srotolarci il prima, come già tanta filmografia è usa fare, per poi allestire un coacervo di cose ai limiti del farsesco, inspiegabili e largamente improbabili dove, se si lamentava coerenza di sceneggiatura ne La casa di carta che era pur sempre un prodotto seriale, qui troviamo tutta l’inverosimiglianza concentrata in un paio d’ore. Il film ha l’ambizione di essere un noir metropolitano, e inizialmente ci riesce, ma poi ne perde la cupezza e la ferocia – recuperate forse in uno scorcio nel finale -, poggiando su una fragilità strutturale che ne mina la credibilità alle fondamenta. Lo scontorno del protagonista, personaggio che dice di essere tutto d’un pezzo e non lo è poi così tanto (anche prima di “cedere alla tentazione”) è ritagliato approssimativamente, senza precisione. E i comprimari – la moglie, i cinesi, i parenti acquisiti in odor di ndrangheta – risolti in chiave macchiettistica, quando non al limite del ridicolo. Peccato. Un film che beninteso si fa comunque guardare, ma un’occasione parzialmente mancata. Sarebbero bastati il tono, il registro, la tensione, la cura, la solida bravura di tutti gli interpreti e soprattutto la scrittura di una qualunque puntata de I Soprano, visto che il regista vanta esperienze oltreoceano, e sarebbe stato un gran film.

Lultima notte di Amore img 3 elena

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