una recensione a cura di Umberto Mosca
L’ombra di Spike Lee e del suo cinema di dialoghi e situazioni dietro a questo nuovo film prodotto da Denzel Washington per Netflix. Quando la storia degli afroamericani negli Anni ‘20 si trasforma in un dramma da camera e il confronto psicologico tra i personaggi vuol essere il motore del racconto. Ma con la giusta attenzione – divulgativa assai – alla cornice storica (le migrazioni della manodopera dal profondo Sud alle città industriali del Nord), culturale (la sensualità esplicita del jazz blues) ed economica (il controllo da parte dei bianchi del mercato discografico dei cosiddetti “race record”).
Chadwick Boseman dà vita al suo ultimo personaggio “politico” dopo Black Panther e il “Bro in Vietnam” di Da 5 Bloods, identità lacerata tra il talento esplosivo e la creatività sottopagata destinata alla frustrazione.
Con la fisicità travolgente di Viola Davis e una color correction fire-oriented che fanno il resto.