ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE

MARIE ANTOINETTE (2006) | FilmInTasca: ragazz* sullo schermo

una scheda didattica e formativa a cura di Umberto Mosca

Il film Premio Oscar 2006 per i migliori costumi. Nel 1768, all’età di quattordici anni, Maria Antonietta, figlia di Francesco I e Maria Teresa d’Austria, viene data in sposa al Delfino di Francia, Luigi Augusto, nipote di Re Luigi XV. Ingenua e inesperta, la principessa si trasferisce a Versailles, dove l’attende un ambiente molto diverso dalla corte austriaca. La giovane coppia delude la società francese, dato che non riesce a mettere al mondo un nuovo erede al trono. Alla morte di Luigi XV, che coglie i nuovi regnanti impreparati politicamente, i due giovani restano uniti e danno alla luce quattro figli. Maria Antonietta si rifugia in una palazzina di nuova costruzione donatale dal consorte circondata da amici ed artisti (ha anche un amante svedese), ma la Rivoluzione incombe e la coppia ne sarà travolta.

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Il film scritto e diretto dalla giovane Sofia Coppola, figlia d’arte, è incentrato sul percorso di crescita di una delle più celebri sovrane settecentesche. Oggetto del più classico tra gli accordi sanciti in nome della ragion di stato (l’amicizia tra l’Austria e la Francia), Maria Antonietta realizza un vero e proprio viaggio formativo nel momento in cui parte per la corte di Versailles. Le tappe stesse di codesto viaggio, con la sosta nella foresta e l’incontro con la donna destinata alla sua educazione alla cultura francese, Madame Noailles, e il varco della frontiera, costituiscono momenti fondamentali del passaggio alla vita adulta, sottolineato ulteriormente dall’obbligo di doversi separare dall’amato cagnolino e di privarsi di ogni vestito e di ogni avere prima di entrare nella corte “straniera”.

Ha inizio così un lungo processo di osservazione cui viene sottoposta Maria Antonietta, vittima del pregiudizio delle alte dame di corte che la appellano silenziosamente con il dispregiativo di “austriaca”, ma anche del popolo francese, che non le perdona il fatto di non essere ancora riuscita a mettere al mondo un erede maschio. A sostenere senza possibilità di discussione il necessario ambientamento della ragazza è la madre Maria Teresa, che ricorda alla figlia tutti i suoi doveri di donna e moglie, affermando con severa decisione i principi di un mondo rigidamente costruito secondo il primato maschile (se il Delfino non la feconda è perché lei non è abbastanza brava ad ispirargli il desiderio sessuale). In tale prospettiva, risulta di notevole interesse la definizione del personaggio di Madame Du Barry, l’amante di Luigi XV, di cui si parla apertamente come “strumento di piacere”, e che non a caso sarà prontamente allontanata da corte poco prima della morte del sovrano per consentire la sua assoluzione religiosa.
Maria Antonietta viene rappresentata secondo la sensibilità di una ragazzina (“sembra una bambina”, sussurrano maliziosamente a corte) e il suo ingresso a Versailles assomiglia all’avventura della scoperta di un mondo inedito e meraviglioso, una costruzione del sé che si forma secondo gli ideali della grazia e della bellezza. Ad emergere sono l’interesse e il gusto tutto estetico nei confronti degli arredi e degli oggetti di cui sono colme le stanze dell’immensa residenza reale. In tal senso, emerge tutta l’estraneità della giovane Maria Antonietta verso le cose della politica, ma insieme trovano il tempo di valorizzarsi tutta la sua spontaneità e il suo entusiasmo, che si manifestano compiutamente negli spettacoli teatrali in cui la principessa invita il pubblico ad applaudire, sebbene ciò non sia previsto. L’attitudine della principessa a circondarsi di cose belle ed assai eleganti sottolinea una tendenza presente nel film sin dall’inizio (con la musica di gruppi dell’epoca post-punk come The Cure, New Order, Siouxsie & the Banshees, Adam & the Ants e Gang of Four), e vale a dire una prospettiva sul personaggio che rimanda a una lettura in chiave contemporanea (a un certo punto, tra le calzature della giovane, si riconosce un paio di moderne scarpe da ginnastica All Star!) e a una società dominata dal consumismo sfrenato e da un edonismo inconsapevole e ingenuo. Tra collezioni di scarpe coloratissime e acconciature bizzarre e spettacolari, feste con fiumi di champagne, tartine, pasticcini e gioielli, va in scena la dissipazione di un mondo che non si accorge come a pochi chilometri ce ne sia un altro che sta morendo di fame (vedi la classe sociale del popolo parigino affamato dai debiti contratti dal nuovo Re, Luigi XVI, per sostenere le colonie americane nella loro rivoluzione).

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