una recensione a cura di Liliana Giustetto
Opera controcorrente del maestro Tarantino che decide di mostrare la parte emotiva e psicologica dei personaggi.
Leonardo Di Caprio / Rick Dalton attore fallito che, dietro una corazza di mascolinità a tributo dell’ambiente del cinema che ne è feroce vampiro, sa di essere in bilico sul precipizio dello sgretolamento della sua immagine pubblica.
Quando capisce di essere meno forte di quanto vorrebbe far credere, fa risalire tutte le sue capacità di attore, anche se solo per una volta. In questa occasione riesce a rappresentare la fragilità maschile, sempre tenuta nascosta per i condizionamenti sociali , che riesce a venire a galla con prepotenza rendendo tutta l’umanità del personaggio.
Brad Pitt / Cliff Boots controfigura di Dalton, uomo provato dalla vita che sa stare esattamente al suo posto facendo egregiamente il suo lavoro e che ha, con Dalton, un rapporto di assoluto amore e dedizione.
Gli fa da braccio destro, ed è il suo amico fedele, l’unico sempre pronto a dargli forza senza mai fargli notare le sue carenze.
Riuscendo a non uscire mai dai ranghi, a non cedere agli eccessi e a mantenere sempre il suo posto, rappresenta veramente la forza maschile, la forza dell’uomo che sa accettare la vita per quello che è, rifiutandosi di usare la mascolinità come arma.
I due personaggi, che talvolta si sovrappongono, quasi a divenire un solo uomo, esprimono perfettamente il concetto di amicizia maschile, tante volte rappresentata dal cinema americano.