Regia: Jamie Dack
Anno: 2022
Produzione: Stati Uniti d’America
una recensione a cura di Liliana Giustetto
Il lineare racconto dell’estate di Lea, una diciassettenne, con gli amici, marijuana, sesso occasionale, una madre distratta dalla propria vita, un padre che si e costruito un’altra famiglia, lontana da lei.
Tutta la prima parte del film si concentra sulla vacuità della vita di questi adolescenti in una calda estate californiana. Tutto è fatto per noia cercando di scavalcare i limiti di quanto è permesso fare, senza realmente trovare qualcosa di buono in questo.
Il casuale incontro con un trentaquattrenne aitante e gentile la spinge a vincere la timidezza ed inizia a frequentarlo.
Rimanere affascinati da lui è facile, innamorarsi inevitabile.
E l’amore ci appare più che credibile anche se, per ovvi motivi, viene nascosto a tutti gli altri, come un tesoro prezioso e raro.
Lui sembra la soluzione a tutti i suoi problemi, ma in realtà è il contrario.
Fino al punto di non riuscire più a capire quanto sta per essere manipolata.
Con rammarico scorgiamo variazioni quasi impercettibili nel linguaggio del corpo, un inquietante cambiamento di tono e silenzi urlanti che vanno a formare un passaggio snervante di consenso e predazione.
Dopo una serie di contraccolpi fortissimi alla sua integrità il finale del film ci spiazza ulteriormente.
Sono chiari i meccanismi mentali di Lea se si riesce a mettersi al suo posto.
Pellicola gradevole, scarna e scorrevole al punto giusto.
Il titolo riporta, oltre che al paesaggio californiano, al pericolo di contatto tra le fronde degli alberi di palma con le linee elettriche che possono causare incendi, come certi incontri possono causare incendi emotivi.
Molto brava la giovane attrice.