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[SPECIALE] IL RITORNO DI CASANOVA | L’inesorabile scorrere del tempo

Regia: Gabriele Salvatores

Anno: 2023

Produzione: Italia, Francia

una recensione a cura di Tiziana Garneri

Salvatores in questa opera ispirata al romanzo di Schnitzler, forse non riuscitissima, dichiara di ispirarsi a Fellini per la tematica tra realtà e finzione, non disdegnando qualche incursione in Kubrick (Eyes Wide Shut, Barry Lindon), nonché alla tematica del doppio e in ultimo al passaggio dell’età.

La pellicola inizia con l’incipit tratto da “La tempesta” di Shakespeare ove nell’epilogo Prospero dice: ormai i miei incantesimi si son tutti spenti, la forza che possiedo è solamente mia ed è poca.

Il film si snoda su due storie parallele e speculari ove il regista dichiara di aver cercato il gioco di riflessi tra i due personaggi.

Da una parte Leo Bernardi/Toni Servillo – ottimo come sempre ma ormai inflazionato, nella parte di un regista di una certa età che stenta a concludere un film su Casanova.

Bernardi è in crisi esistenziale, si pone la domanda se sia più importante il Cinema o la Vita, anche se il Cinema rende più bella la realtà.

Inoltre si rende conto che una nuova generazione di cineasti qui rappresentati da un regista esordiente, tal Lorenzo Marino/Marco Bonadei sta premendo alle porte, si confronterà con lui al Festival di Venezia probabilmente a sancire un passaggio di testimone.

Dall’altra un Casanova/Fabrizio Bentivoglio ormai donnaiolo in pensione, avvizzito e vecchio che si illude di poter ancora godere delle grazie di una bella giovine, Marcolina, fallendo miseramente nel suo intento, prima di ritirarsi definitivamente nella sua natia Venezia.

A questo proposito interessante la scena del duello all’alba tra il vecchio donnaiolo ed il giovane amante di Marcolina che ritrae i due contendenti nudi a combattere.

Paradossalmente muore il giovane amante ma la scena può essere letta metaforicamente come la parte vecchia di Casanova che è costretta ad uccidere uccidere per sempre la sua parte giovane.

Il ritorno di Casanova img 1 tiziana

Bernardi viceversa, coi suoi 63 anni ha la possibilità di aprirsi ad un cambiamento.

Frutto di una reciproca simpatia e di una notte d’amore con la giovane Silvia, che ha messo incinta, si deve confrontare con un dato sconvolgente che può rivoluzionare tutta la sua vita. Ma appare confuso, disorientato. “Que sera sera” canta Doris Day nella scena finale del film quando Silvia uscita dalle acque del lido di Venezia per un bagno notturno lo incontra, già in vista la dolce rotondità della maternità. Ma non è scena romantica. Il regista serissimo, non la abbraccia, si limita a distanza ad accarezzarle per un attimo il pancione.

Que sera sera…

I due registri del film sono assai diversi per fotografia, montaggio, modo di inquadrare.

La fotografia di Italo Petriccione, gira in rigoroso e veloce bianco e nero,

la vita di Bernardi, attuale, tecnologica, inquieta, che si snoda tra un ansiolitico ed un antidepressivo, ove la domotica che il nostro non sa utilizzare ma che forse stempera un po’ la malinconia, crea anche alcune situazioni che fanno ridere lo spettatore. La tecno avanzata è roba per giovani.

Al contrario la messa in scena di Casanova è ovviamente ambientata nel ‘700 coi costumi d’epoca, un uso dei colori sul pastello caldi e morbidi, le scene girate in modo più tradizionale con in sottofondo la musica di Vivaldi.

La mission dataci è quella di mettere a confronto due pellicole.

Appunto Il ritorno di Casanova di Salvatores versus Empire of Light di Sam Mendes.

Premettendo che sono registi diversissimi e che a mio modesto parere Mendes fa in generale un cinema migliore, mi pare si possa evincere che se vi è un comune denominatore tra i due film questo sia l’omaggio al Cinema ed il fattore tempo, vero protagonista.

In Empire of Light assistiamo ad un nostalgico commiato da un cinema che fu e non è più (la sala di proiezione con le pizze, la pellicola in celluloide stile Nuovo Cinema Paradiso).

Con la consapevolezza che i tempi cambiano e cambia anche il modo di far Cinema.

In Casanova, la presa malinconica di coscienza che i registi invecchiano e nuove generazioni sono pronti a subentrare creando nuovi modi e nuove suggestioni per la settima arte.

A questo proposito mi sovviene una dichiarazione rilasciata da Spielberg, un vero pezzo da novanta anche lui nostalgico con il suo The Fabelmans, agli Oscar 2023 in cui sosteneva che presumibilmente il film EEAO del duo Daniel (Kwan e Scheinert), vincitore di vari premi, probabilmente ha aperto una nuova ipotesi di fare Cinema nel futuro: colorato, velocissim, con continui cambi temporali e l’affacciarsi del multiverso.

Chissà…

Io personalmente data anche la mia età sono aperta al nuovo se di qualità ma sarò sempre riconoscente a tanti grandi registi, ormai anziani, che hanno fatto in modo superlativo la storia del Cinema, rimanendo comunque delle pietre miliari evergreen, da cui i nuovi cineasti hanno molto da imparare.

Il ritorno di Casanova img 2 tiziana
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