associazione di promozione sociale

[SPECIALE VISIONI SARDE 2022] SENZA TE

Sergio Falchi (Nuoro, 1983) ha studiato ecologia, biologia, scrittura creativa e fotografia. Sergio scrive sia in inglese che in italiano, racconti, sceneggiature di cortometraggi e lungometraggi. Senza Te (Without You) è il suo secondo cortometraggio dopo Eccomi (Flamingos) 2017,selezionato per Visioni Italiane 2019 (Visioni Sarde). Sergio vive tra la Sardegna e il Regno Unito (zona di Londra).

Poetico cortometraggio sulla solitudine di un uomo anziano, fra nostalgia per la moglie e un rapporto con la nipote fatto solo di brevi visite legate alle necessità quotidiane. Il ritrovamento nell’armadio di un vecchio vestito appartenuto alla defunta, precipita il protagonista – e con lui lo spettatore – nel sogno di reincontrare la donna. Per la nipote un’occasione per avvicinarsi ai sentimenti del nonno.

Interessanti le scelte musicali che accompagnano la storia. Il cortometraggio segna l’ultimo ruolo di Gianpaolo Loddo – musicista e attore sardo – scomparso all’età di 91 subito dopo il completamento del film.

Chiara Lepschy e Giuseppe Minerva

La solitudine della vecchiaia, della vedovanza, sommate a quelle dell’isolamento per la pandemia. Una casa vuota, enorme nella sua luminosa, nuda assenza di chi ne è stato parte un tempo e che ora l’abita solo attraverso i ritratti incorniciati che testimoniano un vissuto condiviso e pieno. Apparecchiando e compartendo il cibo (che la nipote gli consegna ogni giorno cercando di avere meno contatto possibile), un uomo anziano convive con la vaghezza di una presenza non solo ricordata, ma rianimata nella consuetudine di una vita. Nei giorni silenziosi, sospesi in un tempo dilatato, rassegnati ad un’attesa, si illumina solo nell’abbraccio danzante con l’abito dell’amata moglie steso sul terrazzo dopo il bucato. L’amore è un portato che supera i confini imposti dal tempo e non solo annulla quelle distanze tra vita e morte, ricordo e malinconia, giovinezza e vecchiaia, ma si riverbera nell’animo della giovane nipote che non solo capirà ma asseconderà i desiderata del nonno. Ritratto partecipe e delicato che tratteggia con pochi elementi, il tema di chi resta e deve fare i conti con un futuro pieno di assenza.

Elena Pacca

Commovente, romantico e intimo.

È tutto in queste parole il cortometraggio di Sergio Falchi, imperniato sulla figura di un espressivo Giampaolo Loddo nella parte di un vecchio uomo relegato nel suo appartamento, stretto tra l’isolamento da Covid, l’assenza della defunta moglie e le canzoni d’epoca da un vinile. Tra l’elegia di Sergio Leone e la tenerezza de Il gioco di Geri della Pixar, il regista scolpisce un dolce personaggio che si lascia amare e stringe il cuore dello spettatore, soprattutto di chi v’intravede un proprio famigliare o riconosce un futuro possibile fatto (anche) di ricordi impossibili da condividere. Il finale immaginifico che fa incontrare i mondi di chi vede, di nascosto, e di chi è osservato mentre (stra)vede il proprio passato perduto, apre la porta alla speranza di comprensione di ciò che è incomprensibile. Cioè di quel che rende davvero soli.

Alessandro Cellamare

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