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TERRA E POLVERE | Seminare grano, raccogliere fiori

Titolo originale: Yǐn rù chényān

Regia: Li Ruijun

Anno: 2022

Produzione: Cina

una recensione a cura di Liliana Giustetto

È stato presentato in concorso al 72º Festival di Berlino.
Terra e polvere non è un film romantico o sull’innamoramento, è un film sulla cura e sull’accettare e rispettare.
L’amore sì, quello è rappresentato in maniera mirabile, come è rappresentata anche la miseria mentale di chi può e sa approfittarsi dei più deboli.

È un film sulla crudeltà della società rispetto a tutto ciò che è diverso o appena più fragile della normalità. È un trattato sull’armonia con la natura e i suoi ritmi e su quanto, ciò che la natura stabilisce, non può essere deviato, nell’implacabilità degli eventi che non conoscono ragione verso i sentimenti, ma natura che dona molto più di quanto riceve e merita tutto il nostro rispetto, pena pagarne il prezzo con la disumanizzazione.

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Sembra che così si dica tutto e niente, ma proprio questo è il filo del film.

Youtie è un contadino di mezza età, nato in una famiglia in cui i figli perdono valore in proporzione all’ordine di nascita, infatti esiste il primo fratello Oro, il secondo Argento… Youtie è fratello Ferro.

Lavora per Oro da quando è bambino, umile e remissivo non alza mai la testa e si accontenta delle briciole, più vicino al suo asino che ai suoi famigliari. È diventato un peso in famiglia perché bisogna far spazio ai nipoti che crescono e si devono sposare.

Guiying è una povera donna, cresciuta a miseria e botte dal fratello e dalla cognata. A causa di questo è disabile, con il bacino fratturato e una grave incontinenza.

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Una sensale trova il modo di accoppiarli per togliere alle famiglie anche l’onere di quella misera ciotola di riso che viene passato loro.

Per due che non hanno mai conosciuto l’affetto o la riconoscenza, essere levati dalle spalle delle abominevoli famiglie è un’esperienza improvvisa e traumatica. Trattati come due sacchi di grano da scambiare, con null’altro per ricordare il matrimonio che una brutta fotografia.

Trovare insieme la forza per un sorriso, la sera, davanti alla ciotola di zuppa, scaldarsi la notte o dormire sul tetto, d’estate, per il caldo, sono sensazioni totalmente nuove.

Sapere di avere qualcuno che ci aspetta con una lampada accesa, un panino al vapore o un cappotto nuovo, può essere la scoperta che il diritto alla dignità vale per tutti.

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La forza di lui trova senso di esistere per compensare la fragilità di lei.
Imparare insieme ad amare ogni spiga di grano, salvare i nidi delle rondini, i girini appena nati nel canale, guardare i primi pulcini uscire dall’uovo, fanno di loro quasi un Adamo ed Eva.

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Circondati da persone che li vedono come un fenomeno da baraccone, stupendosi di vedere un sentimento autentico tra i due.
Incuranti e indifferenti alla loro fatica di costruirsi la loro prima vera, grande casa, a partire da un mucchio di terra impastato con i piedi.

Terra e polvere img 6 liliana

Intorno, una società moderna e spietata, distrugge con le ruspe qualsiasi casa non abitata,
Le famiglie non li ritengono degni neppure di essere invitati al banchetto per il matrimonio del nipote, a loro basteranno gli avanzi.

I ritmi della natura accompagnano queste due persone per un anno, nell’alternarsi inesorabile del tempo, ma visti come la più grande delle benedizioni, perché la terra ci accoglie sempre, perchè dovremo rifiutarla noi?
Ci sono saggezza, rassegnazione e amore per il creato, lui più sereno, lei più spaventata ma con fiducia di avere trovato un porto sicuro.
Non un pensiero maligno li attraversa, non una ingiustizia fatta pagare o lamentata.
Intanto, intorno a loro, i miserabili sono sempre più miserabili. Rubando anche, letteralmente, il sangue.

Un film che lascia senza fiato ma che porta anche la riflessione a come l’accettazione riesca a rendere più lievi i pesi che ci cadono addosso. A noi, che siamo abituati a reclamare i nostri diritti, pare strano, ma è necessario renderci conto di quanti, nel mondo, siano schiacciati da regole inamovibili, che pare non cambieranno mai.

Cit. Youtie (Renlin Wu): Ho piantato un fiore su di te. È come un segno, così ti troverò sempre ovunque tu vada.

Il film è stato girato con attori non professionisti, il protagonista è uno zio del regista, gli ambienti e il modo di vivere ricalcano esattamente la realtà delle campagne della Cina lontana dalle metropoli, dove la modernità è molto superiore alla nostra, ma impiegherà mille stagioni prima di raggiungere queste povere persone.

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