Titolo internazionale: The New Girl
Regia: Micaela Gonzalo
Anno: 2021
Produzione: Argentina
una recensione a cura di Donatella Ramondetti
Nel suo lungometraggio d’esordio, la regista argentina Micaela Gonzalo decide di portare il tema della ‘fabbrica’ di nuovo nel cinema della sua terra. E lo fa seguendo il percorso di una giovane protagonista che, presumibilmente sola e senza lavoro, si mette in viaggio per raggiungere il fratellastro che vive a Rio Grande, isola della Terra del Fuoco.
La macchina da presa la segue in questo lungo viaggio attraverso l’Argentina stringendo il personaggio in piani ravvicinati, facendoci aderire ai dettagli del suo corpo, alla sua fisicità quasi animalesca di chi sta lottando per la sopravvivenza. Scopriamo così che Jimena ha imparato a cavarsela, a ingannare, a rubare per ottenere quello che vuole, ma il suo sguardo ora è in movimento, scorre sui paesaggi brulli, sulle luci delle strade ai margini di città, forse è in cerca di un nuovo inizio.
Ma il nuovo orizzonte che si trova di fronte, quando arriva a destinazione, non è quello dei panorami mozzafiato della Patagonia, bensì un paesaggio industriale spoglio che riflette un destino di povertà e rassegnazione, di iniziative individuali e illegali messe in atto per sottrarsi a tale destino.
Jimena sembra pronta a seguire il fratello nelle sue attività illecite all’interno della fabbrica, in cui ora lavorano entrambi, ma un processo di integrazione con le nuove colleghe sembra sottrarla ad una strada segnata. La sua immagine fin qui sezionata nella sua solitudine – spesso in contrapposizione con quella del fratello nei confronti del quale Jimena sembra sviluppare una forma di resistenza passiva – si integra prima goffamente con quella delle colleghe durante la partita di calcio, poi durante le azioni meccaniche e ripetitive svolte accanto alle colleghe nella sua postazione di lavoro, e infine nel bosco, dove un paesaggio finalmente accogliente avvolge le donne che si ritrovano unite nella loro prima giornata di sciopero contro la chiusura della loro fabbrica. In quest’ultima parte del film il tema della solidarietà emerge con forza. Jimena scopre il senso di unione e di riparo che offre la comunità e decide di renderne partecipe anche il fratello. La giovane donna diventerà parte attiva del suo destino e gli scarsi dialoghi, i suoi insistiti silenzi, prenderanno finalmente voce nel canto finale davanti alla fabbrica, un canto storico di lotta intonato insieme agli altri operai.