Regia: Romain de Saint-Blanquat
Anno: 2023
Produzione: Francia
una recensione a cura di Elena Pacca
1967, un collegio femminile gestito dalle suore, due amiche a cui va stretto l’ambiente oppressivo. Cosa meglio di una festa in un luogo in mezzo al bosco? I classici canoni dell’horror trovano una nuova via, un rizoma nero che prende vita dal ramo principale. Un anomalo coming of age in cui la fascinazione per la morte e la paura per la stessa si fondono. Françoise e Delphine sono diverse. Una ombrosa, più umorale, affida a un ciondolo di cristallo che tiene al collo la divinazione di ogni sua azione/decisione/afflato. L’altra è più pragmatica, riservata, ma subisce l’ascendente e il carisma dell’amica ed é disposta a seguirla ovunque decida di andare, a costo del pericolo e del rischio di essere cacciata dall’istituto. Quando tutto sembra vanificarsi per trovare chi le accompagni ecco presentarsi l’occasione di un uomo che siede solo al caffè. La festa in maschera consente a ciascuno di manifestare la propria indole perché si è celati dietro sembianze che garantiscono la dovuta alterità. Si beve, si balla, ci si apparta, le sigarette sono merce di scambio per favori e intercessioni. Coppie che si formano e un presagio che incombe e che si risolverà solo con il sorgere del sole. Figure vampiresche, desiderio, sessualità latente, il tema del destino. Quanto è determinato da qualcosa più grande di noi e quanto invece ne siamo artefici? Il regista, al suo primo cortometraggio, dimostra dimestichezza e maturità, non banalizza e, lungi da una narrazione alla Twilight, accompagna i passi di Françoise e Delphine lungo la loro età di confine. C’è l’imprinting di Dario Argento nelle iridi impresse da visioni passate. C’è la sensibilità che colora, modula e dà spessore alla personalità delle ragazze. C’è colui – unico adulto della storia – che decide non solo di accompagnarle, ma anche di non abbandonarle, che sa ascoltarle, e in qualche modo, le protegge, sostituendosi al presunto sortilegio di morte che grava su Françoise e diventando soggetto di quella morte annunciata.
Il mattino le troverà cambiate, il sortilegio è un passaggio oltre; è lo specchio di Alice, è l’oscurità che hanno attraversato e da cui sono uscite.