associazione di promozione sociale

[TFF41] LOS DELINCUENTES | La libertà

Titolo internazionale: The Delinquents

Regia: Rodrigo Moreno

Anno: 2023

Produzione: Argentina, Brasile, Lussenburgo, Cile

una recensione a cura di Liliana Giustetto

[SPOILER ALERT]

Rodrigo Moreno è partito dall’ispirazione di un film del 1949: Just a Criminal, di Hugo Fregonese.

Un impiegato di banca, decide di sfuggire ai lunghi anni che lo separano dalla pensione.

Non vuole nulla più che essere libero da tutti quegli anni legati ad un lavoro triste e monotono.

Morán è il tipico uomo invisibile. Un ingranaggio del sistema bancario, che ogni mattina arriva in ufficio dopo aver preso la metropolitana e aver passeggiato per la città, preso un caffè al bar e salutato i colleghi. Entra nel caveau, conta le banconote, le distribuisce ai cassieri. Durante la pausa fuma una sigaretta sulla porta, annunciando che ha smesso di fumare la sera prima, ma che oggi ricomincia, per smettere di nuovo.

Poi porta la stessa valigetta al magazzino, un nuovo conto, un arrivederci  a domani.

Ma un giorno le cose cambiano. Morán mette il contenuto del caveau nel suo zaino, viaggia in metropolitana senza destare sospetti, mette i soldi in una borsa e si prepara a cambiare vita.

Lascia la sua casa, buttando le chiavi in un tombino, portando via solo un vecchio LP. 

Incontra un ignaro collega, il triste Roman e gli affida il malloppo perché lo custodisca, fino a che lui avrà scontato la pena minima dopo essersi costituito.

Il denaro è l’esatto corrispondente agli stipendi di entrambi per gli anni che mancano loro al pensionamento.

Roman non può rifiutare, Moran lo potrebbe denunciare per complicità.

Moran è alla ricerca della libertà. Non quella derivata dai soldi, ma quella tempo della sua vita, libera dalla schiavitù del lavoro.

Pare semplice questa storia, ma si divide in due atti e riserva molte sorprese, mentre altri personaggi giocano le loro parti.

Il gioco del doppio, come l’anagramma dei loro nomi, procede durante tutta la narrazione.

Anche i due atti si dividono.

Primo atto: città, schiava degli obblighi, degli orari, del lavoro, dei legami, del traffico, delle gerarchie 

Secondo atto: montagna, natura, alberi, laghi, cieli azzurri, prati in fiore, tempi dilatati, tuffi, bicchieri di vino, poesie, amore.

Un buon thriller sentimentale, dove le sorprese non mancano, come pure l’innocenza e la spontaneità.

Di tutto ciò che era prestabilito ben poco si avvera come  pensato. Ma i ribaltoni non sono forieri di delusioni.

Un buon film, lungo ma equilibrato, dove la vita libera e improvvisata vince sulla routine predeterminata.

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