Regia: Chloé Leriche
Anno: 2023
Produzione: Canada
una recensione a cura di Liliana Giustetto
“Perché non stanno indagando?”
“Credo che non apriranno mai una inchiesta”
“È perché siamo indiani?”
“Si, è perché siamo indiani”
Da questa frase potrebbe iniziare, con questa frase potrebbe finire questo film che è quasi una ricostruzione documentaristica volta a fare chiarezza su eventi e conseguenti sentimenti legati ad una tragedia.
Nel giugno del 1977, in seguito ad un presunto incidente automobilistico, cinque giovani della comunità degli indiani americani Atikamekw di Manawan del Québec annegarono, mentre due bianchi, che erano a bordo dello stesso mezzo, sopravvissero.
Niente era parso normale, non alle famiglie, ma le autorità chiusero il caso come un comune incidente nonostante tutte le questioni irrisolte.
La regista indaga sui fatti, ricostruisce il dolore delle famiglie e degli amici, studia le reazioni dei bambini, ci mostra queste persone placide e remissive, la disperazione, l’incredulità, i riti funebri tradizionali, la paura, l’annichilimento che porta all’autodistruzione.
I bei visi floridi devastati dalla perdita, la consapevolezza dell’ingiustizia e della discriminazione.
Intervistando i sopravvissuti 50 anni dopo e ricostruendo i fatti dell’epoca.
Uno sguardo asciutto e non lamentoso che esalta la dignità e la nobiltà di un popolo che ha smesso di lottare, prima posando le frecce, poi posando la speranza.
Un’immersione nella natura ancora meravigliosa e placida di quei monti.
Un film dovuto, in memoria di quelle vittime, giovani, morte senza un perché.
