Titolo italiano: The Holdovers – Lezioni di vita
Regia: Alexander Payne
Anno: 2023
Produzione: Stati Uniti d’America
una recensione a cura di Liliana Giustetto
[SPOILER ALERT]
1970, un liceo statunitense, la Barton Accademy nel New England, vacanze di Natale, ma non tutti gli alunni possono riunirsi con le famiglie.
Uno è troppo lontano da casa, un altro ha i genitori in missione, per alcuni sono disaccordi con i genitori a tenerli a scuola durante le vacanze e qualcuno deve sacrificarsi e rimanere a sorvegliarli.
I ragazzi sono quattro e l’adulto è l’impopolare professore di lettere antiche, il Prof Paul Hunham.
Ai quattro si aggiunge anche Angus Tully, che si era appena vantato che sarebbe andato a sciare ma che ha ricevuto, dalla madre, la notizia che lei andrà in viaggio di nozze con nuovo marito e lui dovrà rimanere a scuola.
Il professore non intende scendere a compromessi sulla sua idea di rigore e disciplina e sottopone i ragazzi a lezioni ed eserci fisico, senza neppure poter dormire un po’ di più al mattino.
Improvvisamente quattro dei ragazzi partono per una vacanza in montagna invitati da uno di essi, ma Angus non può unirsi a loro perché la madre non è rintracciabile per concedere il permesso.
A quel punto diventa un gioco tra il professore e Angus, assistiti dalla cuoca Mary, appena colpita dalla perdita del figlio in Vietnam.
Un po’ Dead Poets Society, un po’ The breakfast club, The Holdovers (non fate caso all’’orrendo titolo appioppato dalla distribuzione italiana) non è nessuno dei precedenti.
Non è buonista né sentimentalista e non è un teen movie.
Gli holdovers, quelli che rimangono o anche gli avanzi, avanzi delle loro stesse società, sono loro, i tre reprobi.
Un professore stronzo che nessuno vuole vicino perché puzza: è affetto da trimetilaminuria, ha un occhi sghembo ed è quasi fiero di essere odiato da tutti perché totalmente retrogrado, totalmente solitario, non ha famiglia né amici.
Un alunno allergico alle regole già espulso da diverse scuole, con un pessimo rapporto con la madre e senza una figura maschile da imitare.
Una cuoca che non vuole viaggiare per rispetto del figlio morto.
Molto ci sarà da chiarire, ognuno scenderà la carta del motivo del suo disagio, ma alla fine i rapporti di forza cambieranno.
Alexander Payne aveva un po’ vacillato con gli ultimi due film dopo le sue opere che considero perfette: Election 1999 , Sideways 2004 e, prime fra tutte, About Schmidt 2002 e Nebraska 2014.
Ora ritrova tutta la sua forza.
Sa mettere in scena persone non più giovani e sceglie attori meravigliosi e ragazzi con freschezza e immaturità.
Ma nessuno ferisce mai veramente la controparte, c’è sempre, nei suoi film, una sorta di comprensione delle debolezze, di struggente volontà di empatia.
Il professore non ha nessuna voglia né intenzione di compatire Agnus, che studia poco, è irrispettoso e ribelle, cerca di forzare i limiti, come caratteristica della sua età.
Agnus non nasconde al professor Hunham tutto il suo disprezzo per essere un uomo pressoché fallito, odiato da tutti e sgradevole fisicamente.
Mary, non ha peli sulla lingua e sbatte in faccia ad entrambi i loro difetti marcatamente visibili, facendo contemporaneamente conoscere le sue debolezze.
Come naufraghi su una nave in tempesta troveranno il modo di sostenersi, prima di affondare.