ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE

THE FATHER | Nulla è come sembra

una recensione a cura di Donatella Ramondetti

The Father è l’adattamento di una pièce teatrale portata in scena da Florian Zeller, che esordisce come regista di film proprio nella trasposizione cinematografica del testo originale. Ed è grazie alle peculiarità del mezzo filmico che Zeller riesce a farci esperire con efficacia che ‘nulla è come sembra’, come recita il sottotitolo del film.
La messa in scena cinematografica ci permette di far nostra l’esperienza della malattia del protagonista – uno strepitoso Anthony Hopkins da Oscar -, della perdita progressiva della coscienza del mondo conosciuto e familiare a causa dell’inasprirsi dei sintomi della demenza senile. Le soggettive di Anthony costringono lo spettatore a cercare, come fa il personaggio stesso, dei punti di riferimento, che tuttavia si rivelano illusori e vengono smarriti nelle inquadrature successive. L’appartamento è quello della figlia o quello dello stesso Anthony? Le persone che lo abitano sono reali o immaginarie? Alcuni oggetti sono stati portati via o non ci sono mai stati? Anthony è confuso. Il suo volto rivela lo spaesamento, i suoi occhi si perdono nel vuoto, per poi ricominciare a cercare appigli nelle cose che lo circondano. E lo spettatore, insieme a lui, subisce una sorta di straniamento, che aumenta ulteriormente quando il suo sguardo, non più veicolato dalle percezioni confuse del protagonista, viene lasciato libero. Proprio nel momento in cui lo spettatore pensa di avere accesso a un punto di vista esterno e di saperne più di Anthony, invero continua a non riuscire a trovare una logica in quello che vede. È spinto allora ad analizzare tutti i particolari, a trovare le piccole differenze rispetto a cosa ha visto fino a quel momento; ma proprio quando pensa di aver raggiunto delle certezze, deve mollare la presa. Qualcosa sembra sempre non quadrare.
La realtà perde così la sua pregnanza pur rimanendo tale. Non sono fantasie quelle di Anthony, è la realtà fatta a pezzi nelle logiche di percezione a cui siamo abituati.
Il cinema diventa il mezzo per farci dubitare di ciò che vediamo e di se stesso, di quello che ci presenta, rivelando però tutta la sua forza straordinaria nel rivoluzionare la percezione per permetterci di andare oltre.

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