Regia: Julia Ducournau
Anno: 2021
Produzione: Francia, Belgio
una recensione a cura di Alessandro Cellamare
Avviso: per temi, immagini e contenuti, si sconsiglia la lettura a un pubblico non adulto
Solo a Cannes poteva accadere.
Titane viene incoronato della Palma d’Oro nella competizione 2021, ma a meritare davvero il premio non è il titolo di Julia Ducournau.
Il disappunto di Nanni Moretti questa volta non c’entra perché, al di là di ogni (s)oggettiva classifica, a meritare la Palma d’Oro è una giuria che decide di prendere a calci la porta di certa cinefilia stantia per dar visibilità a un fermento che da oltre vent’anni scalpita nelle cantine del cinema francese – le stesse della villa di Martyrs.
Titane raccoglie gli stimoli (e le forze) dell’extreme horror d’oltralpe per raccontare una storia malsana e disturbante fatta di dissonanze e rotture.
![TITANE | Fratture cinematografiche 1 Titane supporto ortopedico](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/Titane-supporto-ortopedico.jpg)
![TITANE | Fratture cinematografiche 2 Martyrs calotta](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/Martyrs-calotta-1024x552.jpg)
E’ rottura l’incidente inziale, frattura che accoppia una ragazza al metallo, cui restituisce l’accoppiamento in un amplesso con una Cadillac (Martyrs, Crash, Christine).
![TITANE | Fratture cinematografiche 3 Christine ale](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/Christine-ale.jpg)
![TITANE | Fratture cinematografiche 4 Titane ballo su auto](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/Titane-ballo-su-auto.jpg)
![TITANE | Fratture cinematografiche 5 Crash ale](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/Crash-ale-1024x576.jpg)
E’ rottura il rapido passaggio tra generi nella prima parte, tra commedia, thriller, grottesco e horror, persino all’interno di singole sequenze, che spiazza destabilizzando e seminando perplessità (a volte giustificate) e lascia scie emotive di squilibrio, specchio di un’interiorità frantumata.
Sono rotture i colpi che si infligge Alexia per somigliare a un ragazzino scomparso alcuni anni prima, le ferite che le segnano il corpo e, infine, le costrizioni per annullare visivamente la propria femminilità (Martyrs, Tous les dieux du ciel).
![TITANE | Fratture cinematografiche 6 Titane Alexia](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/Titane-Alexia-1024x768.jpg)
![TITANE | Fratture cinematografiche 7 Tous Les Dieux Du Ciel](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/Tous-Les-Dieux-Du-Ciel-1024x431.jpg)
![TITANE | Fratture cinematografiche 8 Martyrs rasata](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/Martyrs-rasata.jpg)
Sono rotture i passaggi da una colonna sonora sfumata a vecchi brani pop del secolo scorso, che, quando in alcuni momenti rimandano ai giochi divertiti e divertenti alla Refn/Tarantino, altre volte connotano di insano la pellicola attraverso un impasto di emozioni discordanti tra il visto e l’udito.
E’ rottura il tentativo feroce di Alexia di abortire (À l’intérieur) da un’ignota creatura che le cresce in grembo perdendo fluidi nerastri e rimandando a paure polanskiane (Rosemary’s Baby) e carpenteriane (Il signore del male, Il seme del male).
![TITANE | Fratture cinematografiche 9 Il signore del male](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/Il-signore-del-male.jpg)
![TITANE | Fratture cinematografiche 10 Il seme del male](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/Il-seme-del-male.jpg)
![TITANE | Fratture cinematografiche 11 Rosemarys Baby](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/Rosemarys-Baby.jpg)
![TITANE | Fratture cinematografiche 12 A linterieur 3](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/A-linterieur-3-1024x576.jpg)
In frantumi è la gracile mente di Vincent, preda di un delirio transgender in cui confonde il rapporto padre/figlio/figlia/amante e accetta nel suo mondo qualcosa/qualcuno/qualcuna che riconosce sin da subito come estraneo/estranea.
Perturbante per contrasti è il sistema chiuso e isolato dei pompieri di cui Vincent è caposquadra, sottomessi all’autorità ma uniti in una solidarietà ambigua, mentre ballano, machi e leggiadri, in una sequenza dipinta di viola (Refn) dove la sessualità si confonde e l’ibridazione converge nella nuova forma dell’Alexia maschile con la sua danza sexy sul tetto di una camionetta.
![TITANE | Fratture cinematografiche 13 Titane ballo 1](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/Titane-ballo-1-1024x438.jpg)
![TITANE | Fratture cinematografiche 14 Titane ballo 2](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/Titane-ballo-2-1024x443.jpg)
Fratturata è la pancia di Alexia in un finale cronenberghiano (Brood, La mosca, À l’intérieur) che rimanda ai titoli di testa di The Thing, dove il bagliore del Titolo/Cosa (significante/significato) emerge dalle crepe dello spazio/ventre.
![TITANE | Fratture cinematografiche 15 Brood](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/Brood-1024x576.jpg)
Infine a fratturarsi è l’immaginario, di fronte all’insicurezza sul visibile, che semina incertezze sul confine fra realtà oggettiva e psichica, su una maternità imponente in una sequenza e assente in quella successiva.
Nonostante Titane, nel suo saccheggiare riferimenti in giro, si faccia portavoce e ariete di una corrente verso un pubblico poco avvezzo, i suoi meriti sono tutt’altro che nelle citazioni, così come le cadute.
Rispetto all’extreme horror francese, Titane abbandona la narrazione più tradizionale, che connotava i titoli fratelli di un genere molto più definito, solitamente a cavallo tra thriller e horror, e ne eredita esclusivamente il mood disagiante ma costruendolo con innovazione attraverso la commistione e le rotture. Il ricorso alle efferatezze è secondario – ne è testimone la strage nella villa, di cui Alexandre Aja avrebbe fatto macelleria (Alta Tensione) – perché il maudit disturbante del nuovo millennio (Crash) si emancipa dallo shock visivo e dal torture-porn – senza, tuttavia, sdegnarlo quando necessario – per parlare direttamente alle emozioni – in questo il Salò di Pasolini resta un grande precursore dei tempi. E non è un caso che uno dei più rappresentativi titoli contemporanei sia il Tous les dieux du ciel di Quarxx, dove l’unica mostruosità (Melanie Gaydos) non è un effetto speciale.
Titane ne esce vincente ma non ai punti, reo di accelerazioni e scavalcamenti di righe che non sembrano intenzionali – e qualora lo fossero non apparirebbero centrati. Alcuni passaggi nella prima parte sfiorano il ridicolo involontario quando avrebbero potuto dar trampolino a un orrore marchiante – su tutti l’amplesso nella Cadillac coi ripetuti sobbalzi (Carpenter, se puoi, perdonali) -, e lo sviluppo iniziale con gli innumerevoli cambi di registro lascia più di una volta sospettosi, assieme a interpretazioni non sempre folgoranti. Titane è audace, ma porta con sé i limiti di una corrente che, mentre consegna contributi emotivi raramente visti su schermo, ha il precipizio troppo vicino alle gambe e spesso casca proprio negli errori che certa cinefilia lamenta a priori, facendo, purtroppo, il suo (sporco) gioco – il grand guignol fuori misura di À l’intérieur, la sguaiatezza ridicola di Frontieres, la disonestà di trama di Alta Tensione.
Ma fa niente, va bene così.
Ormai la porta è aperta.
E i mostri stanno arrivando.
![TITANE | Fratture cinematografiche 16 Aliens](https://www.babelica.it/w1/wp-content/uploads/2021/10/Aliens.jpg)