un rapido sguardo al Trieste Science+Fiction Festival 2021 a cura di Alessandro Cellamare
Cortometraggi in e fuori concorso
Proposta non esaltante al Trieste Science+Fiction Festival 2021 nella sezione cortometraggi, ma gioiellini emergono qui e là lasciando molto appagati gli amanti del fantastico. Sono su questo fronte, infatti, più che sulla sci-fi, i centri migliori del 2021, e così brilla di luce propria, in un gioco di parole, Splendor, inquietante episodio su una lampadina che non si spegne e diventa oggetto di adorazione religiosa fino al fanatismo violento. Buffo fino a trasformarsi in una parabola sociale visivamente disagiante è Phlegm, dove una lumaca calpestata da uno dei tanti uomini d’affari incravattati e in corsa lungo le strade di una cittadina diventa un incubo a ripetizione che uccide la velocità frenetica degli uomini e li trasforma in creture striscianti. The repeater si gioca la carta sulle fratture temporali e un tecnico d’antenne resta intrappolato in una spirale causata da un segnale elettromagnetico, pagando a caro prezzo la noncuranza verso la compagna. Unica perla sci-fi dei corti visionati è The following year, in cui una vendetta viene perpetrata attraverso un insolito uso diabolico di capsule per cloni: indizi ben disseminati fino al colpo di scena e alla chiusura. Citazione per il simpatico The Dead Collector e l’amabile italiano Dorothy non deve morire, dove i personaggi de Il mago di Oz tornano a casa dopo un lungo periodo di “ammodernamento”.
Mad God - Phil Tippett, 2021
Mad God è l’incubo a occhi aperti che tutti gli amanti dell’horror, del weird e dell’estremo sognavano di vedere in un film d’animazione. Un viaggio nel profondo dell’inconscio, del disturbo emotivo e visivo, del tenebroso, con citazioni dal cinema più illustre. Meraviglioso.
Let the Wrong One In - Conor McMahon, 2021
Impresa ardua ma Let the Wrong One In ce la fa, ad essere una commedia horror spiritosa, godibile, splatterosa, ben interpretata e con delle dinamiche relazionali non risapute e scontate, soprattutto in fase finale. Una bella sorpresa al Trieste Science+Fiction Festival 2021.
Strawberry Mansion - Albert Birney & Kentucker Audley, 2021
Strawberry Mansion non manca di fantasia onirica e possiede una leggerezza amabile, ma gli difetta un’adultità in grado di far germogliare le idee. Tutto appare sottotono e poco sviluppato come i giocattoli colorati di un bambino sparpagliati sul pavimento.
Gaia - Jaco Bouwer, 2021
Vincitore al Trieste Science+Fiction Festival 2021, Gaia è un horror di stampo ecologista che cattura per atmosfere (meno per dinamiche) nella prima parte e che ha il merito di aver trattato in modo nuovo il campo micologico. In finale devia verso caoticità e trovate new-age perdendo colpi. Godibile.
Jakob's Wife - Travis Stevens, 2021
Jakob’s Wife è un film fuori tempo massimo che accusa non tanto l’età del b-movie quanto quella dei protagonisti, in recitazioni e performance, senza considerare il resto. Sottotono, sfiora il ridicolo in più punti (quando non lo cerca) e annoia. Cinema geriatrico.
Absolute Denial - Ryan Braund, 2021
Animazione di pregio al Trieste Science+Fiction Festival 2021 con Absolute Denial, noir tecnologico B/N dai tratti essenziali che alterna schiacciante luminosità a bui profondi, racconto visivo di una lucidità precaria. Claustrofobico, è parente stretto del Pi Grego di Aronofsky con un occhio a 2001.
Junk Head - Takahide Hori, 2017
Stupefacente e unico, Junk Head è una perla d’animazione rara, che raccoglie influssi bartoniani, dei comics (Blame) e di molto altro in un mix weird orrorifico e infantile che attraversa lande e profondità non solo della Terra ma dell’inconscio. Prima parte, ma è già un cult.
