un rapido sguardo alle visioni di luglio 2021
I Am Mother – G. Sputore, 2019
Sci-fi alla Philip Dick, I Am Mother è un elegante e sobrio titolo che ha, tra i pregi, quello di bloccare il mistero per l’intera durata della pellicola. Tra l’esistenziale e il thriller canonico, vanta alcuni momenti visivi da non perdere.
Bello e gelido.
Oxygène - A. Aja, 2021
Come la sua protagonista, Alexandre Aja sembra ingabbiato da anni negli stessi schemi filmici consolidati.
Con Oxygène, il regista francese propone l’ennesima variazione sul tema del survival movie, questa volta in chiave fantascientifica.
A far da contraltare alla perizia tecnica con cui il regista riesce a dare dinamismo a situazioni forzatamente statiche, e alla bravura di Mélanie Laurent, che regge quasi da sola sulle proprie spalle il film, una sceneggiatura claudicante, i cui snodi cruciali costringono troppe volte lo spettatore alla sospensione dell’incredulità.
Sensazione di un’occasione mancata.
Alessandro Sapelli
L’ultima ora – S. Marnier, 2018
Sorta di Villaggio dei dannati a tematiche ambientaliste, corroborato da una netta suspense e inquietudini dark, L’ultima ora è un efficace thriller psicologico cui manca solo una più cattiva definizione dei gelidi giovani antagonisti. Menzione per i due brani degli Zombie Zombie.
L – B. Makridis, 2012
Il surreale grottesco di Babis Makridis – forse in generale quello greco? ved. Lobster – non cerca mai di diventare commedia o buffoneria (geniale) come quello francese (Quentin Dupieux), probabilmente debitore storico del Tragico. L ne è fotografia, ma Miserere è altra storia.
Colpo di spugna - B. Tavernier, 1981
Film di Tavernier del 1981 tratto dal libro di Jim Thompson Pop. 1280. Diversa ambientazione, identica rappresentazionei del male che giace, più o meno in profondità, dentro ognuno di noi.
Nel caldo e nella luce melliflua dell’Africa di Tavernier, ci immergiamo dapprima nell’indolenza del protagonista (un grande Philippe Noiret), nel suo non prendere posizione, nel suo vile sopportare una umiliazione dopo l’altra. Poi sprofondiamo, sempre insieme a lui, in una sorta di lucida follia e il connivente poliziotto inizia a piacerci di più nella sua veste efferata di angelo sterminatore. Viene a galla l’orrore e allo stesso tempo la tentazione del male, del colpo di spugna.
Donatella Ramondetti
First Cow - K. Reichardt, 2019
È una storia ambientata nell’800.
Cacciatori di pelli e cercatori d’oro.
Un gruppo sta andando all’Ovest, in Oregon, per raggiungere una comunità e cercare fortuna.
Tra loro c’è Cookie, il cuoco, uomo mite e un po’ fuori dal coro che non esita ad aiutare un cinese in fuga, incontrato nel bosco.
Si ritrovano al Forte e i due amici pensano a come avere una vita migliore.
Grazie alla mucca e a un’idea di Cookie iniziano un’attività che diventa in breve redditizia.
Sognano insieme di andare a sud e di fare grandi cose.
Ma le cose diventano difficili.
È una storia girata lentamente, con l’amicizia tra i due uomini come tema principale.
I due attori sono bravissimi e il mito dell’Ovest appare privato di ogni retorica.
Non ci sono eroi.
Ci sono persone comuni che cercano una vita migliore, in un mondo dove regna un potere che fa dei sottoposti ciò che vuole.
Una storia lieve che mostra i limiti dell’individualismo ed esalta l’amicizia.
Maria Elvira Renzetti
A Classic Horror Story – R. De Feo & P. Strippoli, 2021
A Classic Horror Story non è una classic horror story e forse sarebbe stato meglio lo fosse stata. E’ piuttosto un tentativo di parlare dell’horror e giocarci, con esiti devastanti anche pensandolo come sottogenere. Non ci si crede che De Feo sia lo stesso del delizioso The Nest.