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Tutti Frutti Ottobre 2021 | In Onda

un rapido sguardo alle visioni di ottobre 2021 tra sale e streaming

Freaks Out - Gabriele Mainetti, 2021

Gabriele Mainetti si rivela un regista di tutto rispetto.
Dopo Lo chiamavano Jeeg Robot ci offre questo Freaks Out. Film che combina film di genere ed autoriale. Finalmente un bel film italiano che fa l’occhiolino a Fellini e Monicelli. Il circo, i supereroi, quattro poveracci dotati di superpoteri, la magia, l’illusione, con lo sfondo della deportazione degli ebrei durante il nazismo, la nascita dei primi nuclei partigiani in una Roma semidistrutta nel ’43. Un blend che nel complesso è ben amalgamato ed apre comunque il cuore alla speranza.

Tiziana Garneri

Ariaferma - Leonardo Di Costanzo, 2021

A distanza di nove anni da L’intervallo, Leonardo Di Costanzo ci propone Ariaferma, purtroppo fuori concorso a Venezia 78. Con estremo rigore, ritmo asciutto e incalzante esplora l’animo umano di alcuni secondìni e carcerati in un carcere in dismissione . Superba l’interpretazione di Servillo e Silvio Orlando.

Tiziana Garneri

Tre piani - Nanni Moretti, 2021

Rompiamo gli indugi: il re è nudo. E non è un bel vedere. Peccato perché il romanzo di Eshkol Nevo offriva una stratificazione emotiva e dei registri drammaturgici di ben altro livello. E peccato perché anche la dimensione domestica/claustrofobica in cui sono ambientate le storie, che sono anche le storie delle case, dei muri, dei terrazzi con il loro vissuto e il loro portato, parevano essere il territorio spaziale e intimo, ideale di Nanni Moretti sempre a proprio agio nel disagio esistenziale. Invece i tre piani si spalmano – da Tel Aviv a Roma – in una sorta di superatticone – tutti dentro, in cui gli attori rifanno parti già viste come personaggi affetti da coazione a ripetere, mentre le nuove generazioni dimostrano di aver tanto bisogno di essere diretti e non lasciati a se stessi o, peggio, (i bambini) sono deprivati della loro intrinseca naturalezza. Il tutto permeato da un’atmosfera banalizzante, affastellata di cliché e connessioni causali-temporali improbabili e frettolose e una riduzione dei rapporti interpersonali a qualcosa di dolorosamente inconcepibile per chi ha memoria della poetica morettiana, fatta di figli, padri, genitori, coppie, uomini e donne di tutt’altro spessore. E di freudiano (nel romanzo i tre piani corrispondono a Es, Io e Super-Io) rimane solo il lapsus, inteso come atto mancato, errore. Quanto volontario o involontario non è dato sapere.

Elena Pacca

Nessuno ne uscirà vivo – Santiago Menghini, 2021

In linea gotica, Nessuno ne uscirà vivo, fatte salve un paio di situazioni centrate, è un infantile lavoro di jumpscare in cui personaggi tagliati con l’accetta debilitano una storia già a fiato corto. Non ha la faccia dell’horror commerciale, ma purtroppo ne ha gli esiti.

Alessandro Cellamare

Drive My Car - Ryusuke Hamaguchi, 2021

Spartiacque i titoli di testa che dividono un prima e un dopo. Protagonisti i silenzi e le parole che danzano tra l’interpretazione di attori teatrali e la realtà stessa. Dolce ed allo stesso tempo faticosa la guida verso la ricerca di consapevolezza. Il marchio unico di Ryusuke Hamaguchi rende l’opera un imperdibile.

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