ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE

VENEZIA 79 | Luxembourg, Luxembourg

Regia: Antonio Lukich

Anno: 2022

Produzione: Ucraina

una recensione a cura di Liliana Giustetto

Con un incipit ed una ambientazione che ci ricordano Ogni cosa è illuminata, Luxembourg, Luxembourg è un film semi autobiografico.
Il film trova nell’ironia la forza di una storia che, prevalentemente, serve al regista a metabolizzare alcuni traumi della sua infanzia, fatti rivivere a una coppia di gemelli.

Kolya e Vasily sono figli di una donna ucraina che era uscita dal paese per comprare un po’ di merce di contrabbando ed è ritornata con un marito balcanico e due gemelli.
I bambini crescono nell’adorazione di un padre molto potente perché invischiato in una organizzazione criminale, che risolve sempre ogni loro problema.
Ma questo padre svanisce nel nulla quando loro hanno circa sei anni e quindi i ragazzi vengono cresciuti da una madre molto credente e ben contenta di essersi liberata di un marito così scomodo.

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Kolya lo considera un eroe, Vasily un poco di buono.

Kolya cresce sulle orme del padre, con un lavoro rispettabile ma le mani in pasta sempre in qualche traffico losco; infatti è un piccolo spacciatore che si caccia continuamente nei guai e che è poco ottemperante verso il buon vivere sociale.
Vasily, invece, è diventato un buon poliziotto, con la carriera ostacolata dalle gesta del fratello irrequieto.
Kolya riceve una chiamata dall’ambasciata Ucraina in Lussemburgo che lo avvisa che suo padre è ricoverato in ospedale in fin di vita.

Contro il parere di tutta la famiglia, e in particolare del fratello, è determinato a poterlo vedere un’ultima volta prima della sua scomparsa.
I due fratelli intraprendono quindi un lungo viaggio, verso una meta minacciosa e sorprendente al tempo stesso, per incontrare il padre e cercare di capire se il loro mito, nel bene e nel male, è rimasto tale.

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