ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE

XXY (2007) | FilmInTasca: ragazz* sullo schermo

una scheda didattica e formativa a cura di Umberto Mosca

Il film Prix Jeunesse al Festival di Cannes 2007, scritto e diretto dalla figlia di Luis Puenzo, uno dei più importanti cineasti della storia del cinema argentino.
Alla nascita di Alex, i genitori si sono trasferiti da Buenos Aires in una casa isolata sulla costa uruguaiana per sottrarre la giovane figlia alla curiosità degli altri. Un po’ alla volta il velo di mistero intorno alla sessualità di Alex viene sollevato e il fatto che si tratti di una persona intersessuale pone in maniera urgente il problema della sua identità e del rapporto con i coetanei. A far saltare gli equilibri è la visita di una coppia di amici accompagnata dal figlio sedicenne Alvaro. Il padre di Alvaro, chirurgo plastico, nutre per Alex un interesse professionale, ma l’attrazione che scatta tra i due adolescenti diventa fuori controllo. Intanto nel villaggio le voci sulla natura di Alex si fanno sempre più insistenti e le minacce alla sua integrità sempre più concrete. Toccherà al padre della ragazza, biologo marino, prendere la decisione più difficile…

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L’ambiente naturale non costituisce solamente lo scenario nel quale si svolgono i fatti narrati in questo film, ma anche il principio unificante dell’intero racconto. Non è certo un caso che la presentazione del padre della protagonista, alle prese con la sua attività di biologo marino, avvenga in occasione della definizione del sesso delle enormi tartarughe che sta studiando. Il tema della definizione del sesso della giovane Alex è infatti elemento essenziale per quanto concerne le sospensioni attraverso cui procede la narrazione. Tuttavia, il tema del rispetto dell’ordine naturale delle cose diventa il valore su cui si basa il genitore quando, in maniera assolutamente non dichiarata, fa capire che non ha nessuna intenzione di affidare alla scienza (vale a dire al chirurgo) ciò che la natura ha predisposto in tal modo.

La cosa sorprendente è che l’uomo prende la sua decisione (in realtà la affida simbolicamente alla figlia al momento in cui passerà alla maggiore età) dopo aver vagliato numerose testimonianze anche dirette di individui ermafroditi, che non rimpiangono di aver rinunciato a una parte del loro corpo attraverso l’intervento medico.
Dunque: le questioni che il film di Lucia Puenzo mette in campo non sono soltanto di straordinaria originalità narrativa, ma anche di notevole complessità. Intanto perché al centro dell’esperienza vi è un’adolescente alle prese con il proprio corpo e con la costruzione della propria identità. Argomenti delicati anche sul piano della loro gestione narrativa, che il film affronta scegliendo di mettere in primo piano all’interno della storia le esperienze di Alex che, nonostante il “tradimento” del suo fidanzato locale (che non ha saputo mantenere il segreto intorno alla sua curiosa sessualità), viene attratta ben presto dal coetaneo Alvaro. A dettare il corso degli avvenimenti è la normale attrazione tra gli esseri umani. Tuttavia, a rendere perturbanti gli effetti del rapporto sessuale tra i due adolescenti è l’inversione dei ruoli sessuali, con Alex che assume la parte che la consuetudine attribuisce al maschio, mentre Alvaro rivela un’attitudine alla sessualità decisamente nuova. Per l’insieme di queste ragioni, a partire dalla grafica del titolo (che presenta una “Y” incompleta che lascia il posto a una “X” in via di ulteriore trasformazione) XXY si propone come un’inedita occasione per riflettere sul tema della differenza di genere, secondo una prospettiva che costringe lo spettatore a rimettere in discussione certezze e principi in merito.
Sebbene queste complesse tematiche possano rischiare di assorbire la maggior parte dell’interesse nei confronti del racconto, va sottolineato come invece il film si preoccupi soprattutto di tener vivo l’interesse per il personaggio. Presentata attraverso la metafora della tartaruga, che va messa a guscio all’insù per riconoscerne il sesso, la figura di Alex tiene viva l’attenzione soprattutto in virtù dei suoi comportamenti di essere umano ordinario, in una commovente alternanza tra momenti di incontenibile aggressività e di teneri sentimenti.

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